Il terremoto economico - borsistico, di questi ultimi mesi, iniziato in estate con la crisi dei mutui subprime, sembra non fermarsi. L'effetto domino è sempre più evidente ed il panico si sta impadronendo dei mercati finanziari.
Si dice, la più grande crisi dai tempi della Grande Depressione del 1929. Io non ho gli strumenti per dire questo, posso però dire che siamo arrivato al limite. Al limite di questo capitalismo finanziario, speculativo, delle stock option e dei bilanci truccati, un capitalismo che negli ultimi quindici anni ha allargato enormemente la forbice fra chi è dentro (pochi) e gli altri (tantissimi).
Una bolla esplosa (finalmente), che ci mette davanti alla dura realtà dei fatti. Di prezzi gonfiati, di stili di vita vergognosamente diretti verso lo smodato utilizzo delle risorse, verso la catastrofe.
Insomma in tutti questi anni si è continuato a scommettere al buio, su società virtuali, senza basi solide, si sono venduti debiti a garanzia di altri debiti, in una catena in cui, appena l'anello più debole si è spezzato, tutto il castello è crollato.
Ed ora, invece di stracciarsi le vesti, sarebbe il caso, ora, in questo momento, di riconsiderare quale modello di sviluppo vorremmo, quale altro mondo possibile ci aspetteremo
Un altro mondo possibile è stato lo slogan (bellissimo) del movimento no global. Riprendiamolo in mano.
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