Ieri pomeriggio, grazie alla disinteressata diretta di canale 5, ho potuto assistere a quel meraviglioso Truman Show che è stato il disocrso del Presidente del consiglio italiano al congresso statunitense.
Al di là dei contenuti, col gobbo elettronico seminascosto alle telecamere e la lezioncina in inglese mandata a memoria, la sensazione era quella di un provincialismo da anni cinquanta quasi che l'Italia fosse la 51° stella della bandiera americana.
Totò e Peppino a Milano, mancava il noio vulevon savuar......tanto era la sensazione stridente fra la realtà politica di questi anni e la rappresentazione che da questo spettacolo emergeva. Aggiungiamoci i figuranti assoldati per fare numero e riempire l'emiciclo, il fard ed il cerone in quantità industriale sulla faccetta del nostro Presidente e l'entrata tipo grande fratello e il risultato è stato quello di una kermesse a uso e consumo delle televisioni italiane che prontamente e pronamente hanno ripetuto il Verbo del Capo.
Non credo che tutta questa ostentazione di amicizia fra un presidente degli USA screditato e sotto pressione per i "deludenti" risultati della guerra in Iraq, al minimo della popolarità, ed un Presidente del Consiglio italiano che sta usando tutto il suo potere economico e di persuasione, con un libro paga sterminato, che cerca di risalire una parete sempre più ripida e pericolosa.

Insomma una commedia dell'arte penosa e avvilente che finirà, per il bene dell'Italia e degli italiani il 9 ed il 10 aprile prossimi...

PS: vergognosa la citazione finale del bimbo e del padre al cimitero ripresa pari pari dal film Salvate il soldato Ryan....