Sinistra e dintorni

AvatarUn Blog di discussione politica in cui si esprimono idee sentimenti e riflessioni sulla sinistra italiana in questa fase molto fluida. Un modo per dire quello che si pensa sui fatti quotidiani e sul futuro dell'Italia. Vista da sinistra.

LA COOP SEI TU?



Prendo spunto dalla puntata di ieri sera di Report, sull’affidamento di servizi essenziali nella sanità e nel sociale da parte delle ASL e dei Comuni, a Ditte esterne e cooperative.
Insomma affidamento di servizi dove l’unico requisito richiesto è il minor costo del lavoro e quindi il risparmio economico

Vedendo la trasmissione ho provato amarezza e disagio. Un forte disagio di fronte a lavoratori che non si possono non definire che sfruttati con contratti in cui l’unica voce vera e disarmante è quella dello stipendio. Stipendio da fame, inadeguato, riferito a contratti non consoni alle funzioni svolte. Per il resto pochi diritti, niente maternità, niente o quasi malattia, niente diritti sindacali, ecc..

In più sfruttati da “imprese” che si definiscono cooperative, ma che, della funzione cooperativa mutualistica e solidaristica dei soci lavoratori non ha niente. Con un accordo di ferro e su cui sarebbe necessario che anche l’autorità giudiziaria buttasse un occhio, fra cooperative di varia estrazione. Da quelle fortissime legate alla Compagnia delle Opere ed a Cl e quelle legate la LegaCoop. Sentendo parlare i vari dirigenti non si avvertivano differenze, anzì, l’unico must era il business ed il profitto.

Detto questo mi domando come si possa continuare a chiamare pubblica una sanità il cui core-business è affidato ed appaltato all’esterno e dove a fronte di costi certi e non certo inferiori a quelli di enti con dipendenti propri, il servizio rimane quello che è.

La sensazione è invece quella di una spartizione a tavolino della grande torta dei soldi pubblici, della riduzione di diritti e tutele, di una melma fangosa e puzzolente in cui nuotano beatamente affaristi e faccendieri.

Sarò brutale ma vedendo situazioni come quelle dello sgombero del campo nomadi, appaltato per pochi giorni e poi continuamente rinnovato, e poi coi terreni acquistati “in tempo” dai soliti ben informati, credo si possano configurare oltre che violazioni morali di regole e consuetudini, anche violazione di leggi ed aggiramenti sospetti di norme chiare su questo punto.
Se questa anche nel mio campo, è la cifra riformista, dovremmo tutti fare una seria riflessione su quello che siamo diventati, su quello che la società è diventata e su chi, a parole, dice di rappresentarci.

Resto dell’idea che una sinistra che si definisce tale non solo a parole debba interrogarsi a fondo, senza remore e schemi mentali predefiniti sulla società che vorremmo e che ci è sfuggita di mano, tutti beati e contenti.

Oggi


Qualche giorno è passato dalla scomparsa di Enzo Biagi, qualche giorno è passato dal diluvio di commenti, articoli, lacrime di coccodrillo versate.
Enzo Biagi negli ultimi anni era diventato un simbolo un simbolo di quello che dovrebbe essere il mestiere di giornalista, di quello che dovrebbe essere un uomo. Un uomo normale beninteso.
Invece in questo paese, Enzo Biagi era diventato l'eccezione. L'eccezione come giornalista, l'eccezione come uomo.
Non voglio tornare sulle polemiche e sulle parole di nuovo incredibili e vergognose da parte di chi l'aveva cacciato e di chi gli aveva riversato addosso ogni tipo di accuse.
Oggi la situazione è se vogliamo addirittura peggiore di quella che Biagi subì. Oggi non c'è nemmeno più bisogno di diktat ed ultimatum.
Oggi, secondo il principio del colpisci ne uno per educarne cento i "giornalisti" sanno già cosa fare per compiacere il padrone.
E' triste, ma questo è proprio uno dei difetti di noi italiani.
Abbiamo veramente poca memoria.