Sinistra e dintorni

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Bulimia Mediatica e democrazia

Il forcing di questi ultimi giorni del presidente del consiglio in tantissime trasmissioni televisive e radiofoniche (da Fiorello a Vespa, da Isoradio a Uno mattina, per continuare nei prossimi giorni ad Alice poi a Matrix e da Mimun) dimostra due cose.
La prima è che, semmai ce ne fosse bisogno, il Presidente del Consiglio si comporta da padrone assoluto del sistema radio televisivo pubblico e privato, disponendo a piacimento di ospitate senza contraddittorio ed in assenza assoluta di giornalisti degni di questo nome (stamani ad Uno Mattina ha parlato a fronte di una sola domanda per ben 14 minuti di fila, con la lezioncina imparata a memoria e ripetuta ad uso e consumo di casalinghe distratte e incolpevoli). Altera in questo modo la democrazia italiana, dimostrando, semmai ci fosse ancora qualcuno che dubita, la scarsa sensibilità democratica e l’assenza di senso dello Stato.
Dove si è mai visto infatti, un Presidente del Consiglio che fa il giro delle procure per raccontare con chi vanno a cena i leaders dell’opposizione? Ed ancora più inquietante è il fatto che gli ascari alle sue dipendenze nei TG e sui giornali, i liberali de noantri che spesso si librano alti con editoriali di fuoco sulle debolezze e sui contrasti dell’Unione, non hanno scritto in tutti questi anni sdegnati corsivi sull’enorme conflitto di interesse che Berlusconi rappresenta.

La seconda cosa dimostra che il Presidente del Consiglio in questa sua sovrapposizione mediatica nasconde una disperazione politica. Ha il terrore di perdere e in nome di questo è disposto a tutto. Un animale ferito che cerca di graffiare e colpire avversari ed alleati in un turbinio di dichiarazioni contraddittorie fra loro che cerca di far passare per attivismo.
Quello che ci aspetta da qui al 9 aprile sembra prospettare un’invasione berlusconiana che farà impallidire le scorse campagne elettorali alla faccia della legge sulla par Condicio.

Questa volta però il cavaliere padre e padrone ha la zavorra pesantissima ed eliminabile di 5 anni di Governo. Con un’Italia con la crescita economica da prefisso telefonica, i conti disastrati e l’impoverimento reale e non percepito di una larga fetta di ceto medio operaio ed impiegatizio che nel 2001 si erano fidati e gli avevano dato il voto, la lista, più lunga delle sue comparsate televisive, delle leggi ad personam, che gli hanno tutelato interessi personali ed economici.
Insomma dopo 5 anni di governo, in una situazione normale il Presidente del Consiglio dovrebbe elencare quello che d buono ha fatto.
Si vede da questo che il carniere è veramente poca cosa.

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